Le lettere dal fronte diventano poesia a Mola di Bari

11/05/2015 - Tina Festa
Ho ricevuto un nuovo ed interessante contributo dall’insegnante Anna Maria Greco di Mola di Bari. Anna Maria mi ha informata di aver deciso di proporre le attività di Caviardage in classe dopo aver lei stessa sperimentato la tecnica durante un laboratorio tenutosi in Puglia. Di seguito il resoconto dettagliato delle attività di caviardage svolte in classe per realizzare i meravigliosi lavori che a breve saranno in mostra.

Colgo l’occasione per ringraziarla sia per il lavoro effettuato con i ragazzi che per la documentazione inviatami che ora condivido con tutti voi.

Grazie Anna Maria!

Tina Festaimage

CAVIARDAGE: LA NOSTRA ESPERIENZA

a cura di Anna Maria Greco

L’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, sezione di Mola di Bari, in collaborazione con l’Associazione Culturale Filatelica Numismatica di Mola, ha organizzato per domenica 24 maggio 2015 una Mostra documentaria sulla Grande Guerra 1915-1918, che si terrà presso la sede dell’Associazione Combattenti e Reduci, in piazza XX Settembre 40.
Il nostro Circolo è stato chiamato a partecipare alla Mostra in questione con la produzione di disegni a tema. Abbiamo accolto subito l’invito e siamo andati alla ricerca di attività didattiche che prevedessero sia un approfondimento degli eventi propriamente storici sia percorsi volti a riscoprire e promuovere il grande valore della pace, un diritto e un prezioso ”bene comune” da preservare gelosamente.

Ecco, nei punti essenziali, il nostro percorso: in primis è stata effettuata un’analisi del contesto storico della Prima Guerra Mondiale per conoscere e capire, ad un livello essenziale, cause e conseguenze; è seguita una fase di lettura e comprensione, attraverso lavori di gruppo e individuali, di materiali e documenti disponibili (carte geostoriche, fotografie d’epoca, lettere dal fronte, testi storici, poetici e letterari …).

La nostra attenzione si è, poi, incentrata sulle lettere dal Fronte: le testimonianze epistolari sono numerosissime e preziose e ci offrono un’immagine autentica e diretta degli eventi di quel tempo.

Ne abbiamo lette diverse e con molta attenzione, consapevoli del fatto che l’invio e l’arrivo della posta erano momenti realmente importanti per i soldati. Le lettere riuscivano a tenerli in contatto non solo con le famiglie ma anche con un mondo “normale”, al quale speravano di ritornare sani e salvi nel momento in cui l’incubo della guerra fosse finito. Ci siamo soffermati, in particolare, su tre lettere scritte alla figlioletta Cecilia, chiamata teneramente “Dolceamore”, da un soldato che ha combattuto la Prima Grande Guerra.

Siamo andati, a questo punto, alla ricerca di un modo efficace per “catturare” i sentimenti che nascevano dalla lettura di quelle splendide parole. Eravamo piuttosto confusi, non potevamo affidare le nostre emozioni semplicemente alle immagini. Ci volevano anche le “parole”, ma non dovevano né potevano essere invadenti, superficiali, scontate …
E così, durante la nostra ricerca di idee e spunti, abbiamo fatto riferimento al sito curato dalla prof.ssa Tina Festa, nel quale è ampiamente e dettagliatamente illustrato un metodo di Scrittura Creativa da lei ideato e diffuso in Italia: il CAVIARDAGE, ossia alla RICERCA DELLA POESIA NASCOSTA.
Tutto allora è stato chiaro per noi: partendo dalle lettere dal Fronte, intense e colme di tanto amore, speranza, coraggio, affetto, tenerezza, nostalgia e ricordo, sarebbero nate le nostre poesie!

Il termine CAVIARDAGE deriva dal francese caviar, caviale, e significa “cavialeggiare”, cioè “annerire”.
Abbiamo proceduto in questo modo:
a) abbiamo letto il testo delle lettere scritte dal babbo a Cecilia Dolceamore, fornito su fotocopia;
b) nel testo letto sono state messe in evidenza frasi e parole che “colpivano” in modo particolare; in questa fase ciascuno è stato libero di scegliere quelle più confacenti, combinandole con altre che “suonavano” meglio;
c) il “resto” del testo è stato decorato a piacere con il semplice “annerimento”, con disegni, con collage, usando tecniche e strumenti vari, in base ai gusti e alle inclinazioni;
d) infine, è stato ottenuto un componimento poetico, “incastonato” come un gioiello in uno sfondo gradevole anche sul piano grafico – pittorico.

Nelle fasi di applicazione del Metodo è stato necessario porre in essere alcune semplici strategie:
– qualche alunno ha manifestato un certo iniziale disorientamento davanti al testo e si è fermato, perplesso e confuso; è bastato incoraggiarlo, dandogli un primo piccolo input, per sbloccare l’incertezza e vederlo procedere spedito;
– coloro che mostravano indecisione nella fase decorativa sono stati subito rassicurati dal fatto che era possibile anche solo annerire il testo “scartato”; sovente, poi, è accaduto che incominciassero spontaneamente a decorare in modo molto personale e creativo;
– avendo operato con solo tre differenti testi e, nel contempo, effettuato conversazioni e discussioni collettive su un tema comune, c’era il rischio che si verificasse una certa “ripetizione” dei componimenti poetici; invero, non è accaduto poiché ciascun alunno è stato mosso da un ritorno comunicativo reale molto personale, rielaborandolo e facendolo proprio. A tale scopo, nella fase di “ricerca della poesia nascosta”, è stato funzionale “limitare” la comunicazione tra i soggetti, ponendoli nella condizione di concentrarsi sulle proprie emozioni e sensazioni mediante l’utilizzo di un sottofondo musicale tenue e discreto.

L’esperienza è piaciuta molto: ogni alunno ha avuto la possibilità di “mettersi in gioco”, di liberare la propria fantasia, di materializzare emozioni e stati d’animo.
Accogliendo un pensiero di Andrea Zanzotto, poeta italiano tra i più significativi della seconda metà del Novecento, sulle possibilità espressive che il linguaggio infantile possiede, crediamo fermamente che la scuola sia il luogo eletto per alimentare la situazione privilegiata che coesiste tra bambino e poesia già prima che egli impari a parlare correttamente.
In termini didattici e operativi significa educare i bambini alla sensibilità, a capire e a vivere se stessi, gli altri, le cose, in senso profondo, offrendo a ciascuno momenti di autentica “libertà espressiva”, nel corso dei quali emergono esigenze spontanee e intime che portano, immancabilmente, al “poetico”.

Nell’universo degli strumenti utili ed efficaci a tale scopo, il Caviardage guadagna un posto di ragguardevole e meritato rispetto!

L’Ins. A.M. Greco e gli alunni della VA Plesso “E. De Amicis” – Mola di Bari
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