PIccoli cercatori di poesia

09/12/2014 - Tina Festa
Laboratorio Caviardage all’interno di una festa di compleanno per bambini

Quando la mamma di un bambino di otto anni mi ha chiesto di tenere un piccolo laboratorio di Caviardage all’interno della festa di compleanno di suo figlio ho subito risposto: “Si!”. Io non avevo mai pensato di portare questo metodo, di cui sono diventata formatrice lo scorso Agosto, fuori dai laboratori e mi è subito piaciuto l’idea. Perché lasciare questa meravigliosa possibilità espressiva al solo contesto scolastico o a quello strutturato dei laboratori?

Ho apprezzato moltissimo il desiderio di questa mamma che voleva regalare qualcosa di più di giochi e palloncini (non che questi non abbiano la loro importanza!) a suo figlio e agli altri invitati.
Dopo l’entusiasmo iniziale è arrivato anche un dubbio: “riuscirò ad appassionare alla poesia i bambini che arrivano ad una festa pensando di correre e giocare liberamente, diversamente da quando entrano in classe?”. Ma le sfide mi piacciono e, sapendo che per la festa era prevista un’animazione da parte di professionisti, ho deciso di provarci.

Sabato 14 novembre 2015 i bambini, invitati da Marco nella sala parrocchiale per festeggiare il suo compleanno, hanno trovato ad attenderli me, alcune fotocopie della sua canzone preferita tradotta in italiano, carta, forbici, colori, cartoncini e due animatori a cui avevo precedentemente spiegato l’attività che stavo per proporre.
Come sempre accade i bambini sanno come stupirmi! Mai mi sarei immaginata tanto entusiasmo e disponibilità a giocare con le parole.

Ai primi arrivati ho dato un cartoncino e chiesto loro di scriverci sopra: CERCATORE/CERCATRICE DI POESIA con il loro nome e dato una fotocopia della canzone con un paio di forbici. Ho spiegato loro che tra tutte le parole che avevano tra le mani sicuramente c’era la loro poesia…andava solo cercata ed incollata sul cartoncino per poterla portare a casa come un trofeo. Ho deciso di proporre l’attività senza aspettare che fossero presenti tutti gli invitati e di ripetere le istruzioni ogni volta che si aggiungevano nuovi bambini.

Questo per evitare che i primi arrivati si annoiassero in attesa degli altri, ottenendo anche l’effetto di suscitare la curiosità di chi, entrando, trovava i suoi amici sommersi da una montagna di parole! “Che fate? Voglio farlo anche io!”.
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