“Il sogno è una piccola porta aperta sulla notte cosmica originaria, capace di condurre verso l’anima, verso la parte più profonda ed eterna.” C.G. Jung
Il nostro mondo è definito dalle parole che usiamo. Per questa ragione, è importante cambiare quelle che utilizziamo per descrivere i nostri propositi per il nuovo anno.
Il 4 settembre dell’anno scorso durante il primo corso di aggiornamento per formatori certificati a Perugia, nel progettare il programma della giornata, io e Tina, cercavamo un’attività intrigante da poter far fare a chi ci sarebbe stato.
In quel periodo mi sono imbattuta in dei bellissimi quaderni formato A5, con rilegatura cucita a mano e da loro abbiamo creato quello che oggi chiamiamo: IL QUADERNO DEI BUONI PROPOSITI.
Questa è un’attività che di tanto in tanto faccio fare nei corsi base.
Lo proposi il 10 settembre 2016 ad un corso base che tenni a Pisa, questo lavoro nella sua composizione ha preso le persone molto intensamente, facendole lavorare per due ore, la creatività veniva fuori, parola dopo parola e colore dopo colore senza freni come se i sogni creativi si stessero materializzando tutti lì davanti ai loro occhi e loro si adoperavano a trascriverli senza sosta. Il lavoro fatto consiste in un mix tra Metodo Caviardage ed Arteterapia e porta ad una riflessione interiore sui buoni propositi.
Attraverso le parole e l’arte si riflette su quanto l’obiettivo sia realizzabile, sui comportamenti che portano al risultato desiderato, dai passi accessibili da fare.
Bisogna pensare ai propositi del nuovo anno come a una maratona.
Nessuno si mette per strada per correre quaranta chilometri da zero: si comincia con un chilometro e si va avanti per piccoli passi incrementali. Un proposito del nuovo anno, per quanto ambizioso, dovrebbe essere suddiviso per tappe. Ci vuole una solida base per il cambiamento dove si dà la precedenza a concetti positivi. E la base và creata da noi. Ed è così che questo meraviglioso gruppo di formazione ha fatto.