04/12/2024 - Federica Cerami
Alla ricerca della bellezza
Cronaca del mio sabato romano in cerca di nuove sperimentazioni artistiche.
Laura mi porta da Panella, una panetteria diventata un tempio del gusto che coniuga la tradizione con la sperimentazione. Mi sono quasi commossa per la bontà dei piatti e per l’eleganza con la quale ci sono stati serviti.
Il tempo vola, si è fatto tardi, prendo il 714 in direzione Porta Metronia, attraverso un varco e finisco in una libreria, all’interno di un gruppo composto in parti uguali da adulti e bambini.
Ci hanno spiegato e fatto provare il Metodo Cavardage per oltre due ore: una esperienza divertente ed emozionante alla ricerca della nostra poesia nascosta. Questo metodo, che rientra a pieno titolo negli strumenti dell’arteterapia, riesce con poco a portarti ad un ascolto emozionale molto forte, proiettando sulla tua pagina i segni e le parole che, in qualche modo, parlano di te e del tuo essere qui ed ora.
È ora di rientrare alla base.
Raggiungo la stazione percorrendo tutta la strada a piedi e ripetendo mentalmente tutti i passaggi creativi del mio pomeriggio.
È stata proprio una gran bella giornata.
Mi presento
Mi chiamo Federica Cerami, vivo a Napoli e mi occupo di fotografia.
Mi sono laureata in Architettura anni fa a Venezia con una tesi che analizza il ruolo dello strumento fotografico nella lettura del territorio urbano.
Da circa 18 anni insegno “storia e comunicazione fotografia” ad una utenza diversificata, che comprende anche gli architetti, e da circa 10 anni curo mostre di fotografia ed organizzo eventi fotografici.
Guardo alla fotografia cercando sempre di conoscere il suo autore; mi interessa l’aspetto umano e comunicativo della fotografia, perché lo considero l’elemento fondante del processo fotografico che va ben oltre le questioni tecniche.
Mi piace pensare che la fotografia lasci una impronta, un segno quasi indelebile che parla del suo autore ma al tempo stesso parla anche del suo spettatore. Le fotografie raccontano storie di vita e costruiscono ponti tra le persone.
Ho sperimentato su di me come la fotografia possa essere utile in alcuni momenti della vita nei quali, per un determinato motivo, ci distraiamo da noi stessi: la fotografia infatti, ricondurci al nostro intimo sentire e a collegare quelli che Henry Cartier Bresson considerava i tre elementi del processo fotografico: occhio, mente e cuore.
Attualmente sono in formazione come arte terapeuta nella scuola Napoletana ARTITERAPEUTICHE e da 2 anni curo ed insegno in laboratori fotografici rivolti al sociale: sono convinta che le tecniche dell’arte terapia e della fotografia terapeutica possano dare un enorme contributo per aumentare la consapevolezza ed inoltre, contribuiscono a dare benessere a chi, per un qualsiasi motivo resta fuori dai processi sociali, lavorativi ed umani.